Ieri l’ASviS ha presentato a Roma il nono Rapporto “Coltivare il nostro futuro. L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”. Un documento per riflettere sul posizionamento dell’Italia rispetto agli Obiettivi dell’Agenda 2030, che offre dati ma anche proposte trasformative per cambiare rotta.
Mancano solo sei anni alla scadenza degli Obiettivi Onu, ma sembra già evidente che gli sforzi fatti finora a livello globale, europeo e nazionale non sono sufficienti a raggiungere i traguardi fissati.
Tra il 2010 e il 2023, l’Italia ha registrato un peggioramento su cinque Obiettivi di sviluppo sostenibile chiave: la lotta alla povertà, la riduzione delle disuguaglianze, la qualità degli ecosistemi terrestri, la giustizia e le istituzioni solide, e le partnership globali.
Tra i target più distanti emerge la povertà globale, aumentata nel 2023 per la prima volta dopo decenni – soprattutto perchè aumentano le persone in povertà assoluta. Si registra invece un forte miglioramento delle disuguaglianze di genere, come nell’energia pulita e nel contrasto al cambiamento climatico, ma gli altri target saranno difficili da conseguire entro il 2030, alcuni ormai quasi impossibili.
“L’Italia è su un sentiero di sviluppo insostenibile” – ha commentato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS – e, nonostante gli impegni presi a livello internazionale anche con la firma del Patto sul Futuro, le scelte del Paese risultano insufficienti per raggiungere i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030.
È urgente e necessario un profondo cambiamento di approccio e di passo, mettendo lo sviluppo sostenibile al centro di tutte le politiche, accelerando le transizioni ecologica e digitale, lottando efficacemente contro le disuguaglianze, anche territoriali, sfruttando le opportunità derivanti dalle nuove normative europee sulla sostenibilità nelle imprese e sulla rigenerazione dei territori, e dalla modifica della Costituzione del 2022 per tutelare i diritti delle nuove e future generazioni.