“Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza” è il titolo del Rapporto 2024 su Povertà ed esclusione sociale di Caritas italiana dal quale emerge che la povertà nel nostro Paese è in costante aumento.
In Italia, secondo il rapporto appena presentato, il 9,7% della popolazione vive in una condizione di povertà assoluta, in pratica una persona su 10. Complessivamente si contano 5 milioni 694mila poveri assoluti, per un totale di oltre 2 milioni 217mila famiglie.
Il dato più allarmante è che dal 2014 a oggi la crescita della povertà è stata quasi ininterrotta, con picchi dopo la pandemia, passando dal 6,9% al 9,7% sul piano individuale e dal 6,2% all’8,4% sul piano familiare.
Decisivo l’ impatto delle nuove misure di supporto intervenute in sostituzione del Reddito di cittadinanza che Caritas definisce affatto decisive per un tentativo di risanamento delle disuguaglianze sociali.
E ancora si evidenzia come “Il supporto alla formazione e al lavoro “pensato per il reinserimento lavorativo attraverso percorsi formativi – afferma il report -, ha dimostrato un impatto ridotto, con poche persone coinvolte e percorsi di breve durata (mediamente 3-4 mesi), insufficienti a garantire un effettivo reinserimento nel mercato del lavoro”.
Il lavoro povero e intermittente dilaga, con salari bassi e contratti atipici che impediscono una vita dignitosa. I giovani e le famiglie con figli sono le fasce più vulnerabili. Il disagio abitativo rappresenta un’emergenza, con famiglie senza casa o in condizioni abitative inadeguate.
L’accesso all’istruzione e alle nuove tecnologie diventa un “miraggio” per molti “alimentando le disuguaglianze”.
Secondo Caritas italiana si contano un milione 295mila bambini poveri. Inoltre, allarma la crescita della povertà tra coloro che hanno un impiego. Riguarda l’8% degli occupati (era il 7,7% nel 2022), anche se esistono differenze in base alla categoria di lavoratori. Da rilevare nel rapporto anche come si stia assottigliando il divario tra Nord e Sud in termini di povertà: dal 2014 al 2023 il numero di famiglie povere residenti al Nord è praticamente raddoppiato.