Questo virus si è preso gioco della normalità come l’avevamo vissuta fino ad una manciata di mesi fa.
Ha fatto in modo, cercando di proliferare, che tutto ciò che consideravamo una protezione – controllo dei dati, controllo dei budget, controllo dei lavoratori, controllo sugli studenti, controllo dei flussi migratori – si dimostrasse inefficace.
Rimettendoci davanti alla nostra fragilità ci ha portati a ridefinire le priorità alla luce del fatto che la malattia, anche di una sola persona, è in grado di minacciare il benessere di un’intera società.
E nell’impossibilità di controllare il fenomeno ci siamo trovati costretti a fidarci e ad affidarci tutti – grandi e piccoli, studenti e genitori, manager e lavoratori, nessuno escluso – convinti che la condivisione collettiva dei comportamenti corretti fosse la strada giusta per uscire da questa situazione così drammatica.
Ma ciò che ha alimentato più forte che mai questo sentimento di fiducia è stato l’esempio di chi si impegnava per proteggerci e per la salute delle persone.
Agendo in base ad un senso di responsabilità fortissimo e testimoniato a tutti i livelli, il Governo, il mondo manageriale, quello della scuola e il terzo settore insieme hanno posto le basi perché il valore della fiducia potesse diffondersi alimentando la sensazione che l’azione di ciascuno di noi avesse un potenziale determinante in termini di salute e di benessere della comunità.
Ed è lo stesso senso di responsabilità che ha mosso l’azione dei nostri volontari impegnati con le scuole superiori, permettendo agli studenti di continuare nel loro percorso educativo.
Testimoniando le competenze che in questo momento il mondo del lavoro ci sta richiedendo – creatività, competenze digitali, una leadership inclusiva e autentica, fiduciosa nelle capacità delle persone – e supportano ragazzi, insegnanti, famiglie nel prendere consapevolezza, nell’esercitare e mantenere una calma che possa portare a chiarezza di pensiero e a soluzioni per superare la crisi.
In alternativa alla presenza fisica, oggi preclusa, i nostri colleghi si stanno sperimentando con la didattica a distanza, mantenendo così saldo quel legame con il mondo della scuola costruito nei mesi precedenti, e contribuendo fattivamente a che tale modalità possa rappresentare un’opportunità da attuare anche una volta superata la crisi, e non forzando lo strumento alla didattica tradizionale.
La chiave di volta è stata concertare con tutti gli attori coinvolti, insegnanti, studenti, famiglie, la riprogettazione dei percorsi di sviluppo delle competenze trasversali, che tenessero conto dei bisogni formativi e di apprendimento degli studenti, delle necessità delle famiglie cercando di non lasciare indietro nessuno.
I progetti Skills2Start, Un’impresa che fa scuola di moda, il percorso Manager in azione nel Sociale, tutti sostenuti da Federmanager Roma, stanno proseguendo grazie alla visione dell’emergenza, come opportunità di crescere, di migliorare, di sperimentare.
Questo approccio potrà essere in futuro ulteriormente sviluppato da VISES, potendo coinvolgere quanti più manager volontari che in questo momento ci scrivono per poter offrire il loro supporto, per poter dare testimonianza di un management che non si chiude nel mondo del lavoro ma ne apre le porte anche alle generazioni più giovani.
Quello che oggi insieme sapremo costruire segnerà il tracciato da seguire quando una nuova normalità sarà rientrata nelle nostre vite.
Valentina Vangoni – Coordinatore Progetti VISES
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