Valore etico e strategico della conoscenza
Di Rita Santarelli
Presidente Vises Onlus
Nel 2014 VISES, Onlus di riferimento di Federmanager, ha avviato il programma annuale degli incontri per l’Innovazione Sociale. Offrire un contributo culturale di qualità ai processi di rinnovamento sociale del nostro paese è stata la motivazione che ha promosso questo percorso.
L’appuntamento 2019, tenutosi in LUISS partner generoso ed ospite dell’evento, lo scorso 26 marzo è stato dedicato al “Valore etico e strategico della conoscenza”. Il filo conduttore degli incontri che VISES ha ideato in questo anni è stato quello di concorrere a ricostruire un tessuto sociale più sano ed equilibrato rispetto alle mille fratture e ai disagi della contemporaneità italiana.
Sappiamo ormai piuttosto bene che l’innovazione sociale individua e sviluppa modalità organizzative per far sì che il sistema di produrre ricchezza dia anche risposte tese a migliorare la vita di tutti.
L’innovazione sociale comprende dunque molte possibili soluzioni: dai prodotti ai processi produttivi, dai servizi ai modelli organizzativi esse cercano di soddisfare anche esigenze di natura collettiva in una modalità nuova e migliore rispetto al passato. Ciò avviene grazie alle nuove tecnologie ma anche all’impostazione più creativa di nuove relazioni ed allo sviluppo di competenze assai differenti rispetto al passato.
L’incontro VISES 2019 ha messo al centro del suo dibattito la consapevolezza che investire in conoscenza e cultura costituisce una delle leve essenziali per lo sviluppo di un paese. Ciò è ormai noto a livello globale e i dati ci dimostrano che politiche di sostegno all’innovazione dei sistemi educativi ed alla diffusione di politiche culturali avanzate, rendono le società migliori eticamente e innescano processi di crescita economica e di qualità sociale. L’Italia ha uno storico ritardo in questo campo e da sempre dispone di un numero minore di persone formate rispetto ai suoi partners europei. L’obiettivo europeo 2020 è di raggiungere la percentuale del 40% di giovani laureati e noi non arriviamo oggi neanche al 30%.
Gli autorevoli esperti che si sono confrontati su questi temi nella giornata di dibattito promossa da VISES, hanno analizzato processi di innovazione e forza pervasiva della digitalizzazione, interdisciplinarietà ormai indispensabile e espansione della base culturale degli operatori della conoscenza, cultura come il più grande e potente campo di programmazione comportamentale inventato dall’uomo. Forte è stato il messaggio al sistema educativo italiano perché si avvii finalmente verso il superamento della rigida distinzione tra le materie. Sapere e saper fare, conoscenza e cultura veri motori delle imprese vincenti, lavoro di squadra ad ogni livello e in ogni struttura organizzata, divenire tutti e sempre di più “generalisti specializzati” ovvero individui che hanno forti competenze di base ma sono anche abili a interagire intelligentemente con competenze diverse: queste le linee indicate per cogliere la modernità. E’ stato infine sottolineato che l’Europa stessa sta ragionando su questi temi in modo completamente nuovo ed originale. Nei prossimi anni si lavorerà su cross-over culturali del tutto innovativi: il rapporto cultura-salute-benessere, il rapporto cultura-coesione sociale, il rapporto cultura-innovazione manageriale.